Stefano Gelao di Scritto a Mano - scriptorium amanuense

Stefano Gelao - chi sono

Astronomo, filosofo eccellente. Musico, spadaccino, rimatore, Del ciel viaggiatore, Gran maestro di tic-tac. Amante – non per sé- molto eloquente
Edmond Rostand - Cyrano de Bergerac


Sei un cane!

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Sono Stefano Gelao e fin da bambino amavo copiare le mappe pirata; ero con il pennino in mano prima di imparare a scrivere con le biro.
Ero ambidestro, scrivevo a due mani, poi a scuola ho avuto la stranissima esperienza di venire forzato mancino.
La stessa maestra che mi portò a scrivere con la sinistra era quella che mi diceva: "Sei mancino; non scriverai MAI bene".
Cosa che fa il paio con il mio professore delle medie: "Tu da grande, se vorrai, potrai diventare un buon critico d'arte: si vede che l'arte la sai guardare, la analizzi; ma non prendere mai una matita in mano, perché sei cane, Cane, CANE!" (sì, me lo sono sentito ripetere per tre volte).

Impara a scrivere con la destra!

E tutto questo ben si accosta con il Maestro calligrafo che qualche anno dopo, quando andai a chiedergli di insegnarmi, mi disse a brutto muso: "Vuoi fare l'amanuense? Impara a scrivere con la destra!"
Fatto sta che a me scrivere piaceva molto e la scrittura antica da "pennino e calamaio", mi piaceva ancora di più (tanto che a quel maestro calligrafo io risposi: Piuttosto ribalto il mondo, ma la calligrafia non la mollo!").
Anche se devo dire che effettivamente il tagliente commento di quello che poi non diventò il mio maestro di calligrafia aveva una sua ragion d'essere: per un mancino la calligrafia è una dannazione. Via via che si scrive la mano sinistra passa sopra l'inchiostro ancora fresco, con risultati disastrosi. Sporco ovunque, sporco sul foglio, sporco sulle mani e a volte anche sui vestiti. Se ne esce male.

Una passione vera

Nel frattempo ho frequentato studi classici e lavorato anni nel campo della grafica, del design e della programmazione, anche perché sembrava che quello di fare l'amanuense non fosse proprio un buon piano: già Gutenberg secoli fa aveva minato seriamente la redditività della professione, e tutte le persone che reputavo "qualificate" si sperticavano nello sconsigliarmela. Tuttavia per me ogni scusa era buona, ogni momento in cui tenevo una penna le mie lettere cercavano l'armonia e la grazia, la mia mano non riusciva proprio a impedirsi di far calligrafia.
Una passione vera però, prima o poi esplode, e prende possesso della vita di chi la prova.
E non conta nulla avere un buon lavoro, con un contratto a tempo indeterminato in una software house in crescita.

il Vuoto

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O almeno non con contava più nulla per me, perché nel frattempo vedevo Pompei cadere pezzo pezzo, e vedevo i ragazzi in nero dell'ISIS saccheggiare il museo di Baghdad e violentare i resti dell'antica Palmira. Non contava veramente più nulla perché intanto finiva (male) la relazione di quindici anni di vita, poco dopo mi si sbriciolava fra le mani anche l'ultimo pezzo rimasto: la mia cagnolina Java, la mia piccola "colonna emotiva pelosa" mi moriva avvelenata da chissà quale cattiveria umana.
Non era nemmeno più l'idea che la mia vita "non mi calzasse e non mi rappresentasse", era proprio il vuoto, quello brutto, sordo e cieco. Da scrivere con la maiuscola: Vuoto.

Un filo d'inchiostro che lega

E allora ho "ribaltato il tavolo" da programmatore ed ho preso in mano la penna d'oca, e con essa la mia vita. Da quel giorno ho cominciato a scrivere una storia diversa. Una storia che attraversa pergamena che scrivo e che mi lega con un unico filo d'inchiostro al passato degli scriptoria medievali e via via nel passato fino al primo scriba egizio, ed è lo stesso filo di inchiostro che tenacemente aggrappato alla sua cartapecora sfiderà arrogante i secoli, così come hanno fatto i codici medievali di cui condivide i materiali e la passione di chi li ha vergati. Ancora quello stesso filo mi tiene vicino uomini grandi, le cui parole passano attraverso le mie mani fino ad una pergamena, e da lì di nuovo nella storia: Dante, Leonardo, Poe, Catullo, Leopardi... è una galleria infinita di giganti alla cui ombra mi ristoro. È un filo d'inchiostro che soprattutto mi lega a ciascuno di voi, ogni volta che alzate gli occhi nelle vostre case alla pergamena che avete scelto per riempire di storia e di significato i vostri spazi, ogni volta che ci incontriamo e in questi spazi virtuali o, un po' più raramente in quelli reali.

La terra di mezzo

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Capite bene come la mia vita si sia riempita, e centrata in un punto medio fra storia, arte, letteratura, bellezza, artigianato, che è un punto medio fra il passato delle tradizioni che uso, ed il futuro del presentervele attraverso un social o un sito internet. E questo "punto di mezzo" è un posto bellissimo in cui vivere, che mi permette di conoscere il meglio della storia, della letteratura, dell'arte... e mi permette di incontrare il meglio dell'umanità: le persone che queste cose le capiscono e le amano.

Ribaltare il mondo

Ecco, la mia storia, QUASI tutta, manca un pezzo effettivamente: "come ho risolto il problema dell' esser mancino?" Beh, in maniera simile a come risposi a quel Maestro calligrafo tanti anni fa: "Piuttosto ribalto il mondo!"
in realtà non era "il mondo" che dovevo ribaltare; mi bastava rovesciare il foglio: oggi scrivo con la pagina capovolta, così da invertire il "senso di marcia" della scrittura ed evitare di passare con la mano sull'inchiostro ancora fresco. Ed ecco che la magia si compie!

Stefano Gelao, amanuense errante


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